Il mio Metodo

Il momento della visita per l’animale può essere un evento particolarmente stressante, per cui risulta molto importante cercare di ridurre al minimo le fonti di disturbo ottenendo, nel frattempo, il maggior numero di informazioni possibili.

Il primo, fondamentale vantaggio si ottiene visitando il paziente nel proprio ambiente domestico. Questo evita al paziente lo stress del viaggio ed esclude la presenza di animali e persone sconosciute (e tutti gli odori e rumori estranei connessi alla loro presenza), i rumori estranei di sottofondo quali chiacchierii, telefoni che suonano o persone che entrano ed escono dalla stanza nella quale è in corso la visita.

Nel caso in cui l’ambito domestico non risulti un’opzione adottabile, sarà fondamentale cercare di ridurre al minimo i fattori di disturbo descritti sopra: qualora sia possibile, sarebbe indicato che specie diverse attendessero in sale d’aspetto separate o, qualora questo non fosse possibile, almeno in punti lontani della sala d’aspetto (meglio ancora se sperate almeno da qualcosa che impedisca la vista). Questo risulta particolarmente importante per il gatto, il quale potrebbe, solo per gli incontri sgraditi in sala d’attesa, non lasciarsi più visitare al momento opportuno.

In struttura, al momento dell’ingresso detergo il tavolo della sala visite con acqua e sapone al fine di rimuovere gli odori di allarme che gli altri pazienti potrebbero aver rilasciato durante la visita. Generalmente è impossibile evitare una iniziale tensione (e quindi di rilascio di feromoni di allarme) nel momento in cui l’animale viene posto sul tavolo, per cui sarà determinante eliminare tali segnali prima che il prossimo paziente li possa captare. Questo è un ottimo sistema per ridurre stress inutili.

La manovra permette anche, ovviamente, di avere il tavolo sempre pulito.

Sottolineo il fatto che, nel caso in cui ci si ritrovi a visitare pazienti a rischio infettivo (sospetto o diagnosticato), dopo acqua e sapone vanno utilizzati disinfettanti o, in casi specifici, direttamente una diversa sala visite.

A questo mi lavo le mani con acqua e sapone prima di iniziare qualsiasi interazione con il nuovo paziente. Il sapone usato non dovrà avere odore visto che l’olfatto dei miei pazienti è particolarmente sensibile.

Subito prima di cominciare la visita lascio al paziente un po’ di tempo per valutarmi ed adattarsi mentre pongo domande al padrone sul motivo della visita, sull’età e le abitudini di vita dell’animale (cosa mangia, se vive in casa e/o all’esterno, ecc), come si comporta coi bisogni e controllo il libretto sanitario.

Questi pochi minuti generalmente aiutano gli animali a “rompere il ghiaccio” ed a ridurre l’iniziale diffidenza.

Un’altra strategia della quale mi avvalgo è quella dell’utilizzo di oli essenziali (determinate essenze hanno proprietà rilassanti comprovate), feromoni specifici o di prodotti floriterapici diffusi nell’ambiente o, alla bisogna, nebulizzati sulle mani, per aiutare i pazienti a rilassarsi. Come dicevo, i nostri animali percepiscono gli odori molto meglio di noi per cui sono in grado di trarre un grosso beneficio da questo tipo di approccio.

Una volta raccolti i dati necessari inizio la visita:

Dapprima ispeziono lo sviluppo corporeo del paziente per vedere se sono visibili alterazioni della postura (es: schiena inarcata, posizione errata degli arti, ecc…).

Poi valuto lo stato di nutrizione e la tonicità muscolare del paziente, lo stato del sensorio (per esempio se l’animale è attento a ciò che succede attorno a lui piuttosto che depresso o abbandonato a sé stesso) e gli atteggiamenti o la presenza di segni particolari (es: testa ruotata con un orecchio tenuto più in basso dell’altro).

Valuto quindi frequenza ed il modo di respirare dell’animale.

A questo punto comincio la manipolazione vera e propria del paziente.

Il gatto non dovrà essere tenuto fermo afferrandolo per la collottola, né estratto a forza dal trasportino e, se possibile, nemmeno tenuto fermo durante la visita. Queste azioni aumentano i livelli di stress del felino in modo esagerato e devono essere riservate esclusivamente per i casi nei quali il paziente, se non contenuto fermamente, diventi un pericolo per se stesso e per i presenti. Per gestire correttamente il paziente bisogna adattarsi ai ritmi del gatto e limitarne i movimenti solo di quel tanto che basta per attuare le varie procedure.

In struttura lascio il trasportino sul tavolo in modo che l’animale sappia sempre di avere a pochi centimetri un luogo dove rifugiarsi nel caso lo stress dovesse rivelarsi insostenibile, oppure scoperchio il trasportino e visito l’animale direttamente al suo interno, se questo lo mette a suo agio.

Inizio con l’ispezione della cute e del mantello alla ricerca di anomalie, ferite o segni della presenza di parassiti separando il pelo alla ricerca di eventuali ferite nascoste o altre lesioni (piccole croste, noduli, forfora, ecc…), poi valuto lo stato di idratazione del paziente attraverso il sollevamento della plica cutanea.

Quindi palpo i linfonodi, ghiandole sentinella sparse per il corpo. Essi possono aumentare di volume, cambiare di forma e di consistenza a seconda di quanto sta succedendo negli organi che “sorvegliano”. Ecco perché controllarli risulta così importante!

Poi passo alla palpazione dell’addome per valutare le dimensioni degli organi interni, la loro superficie e la loro forma, ma anche per scoprire masse, punti dolenti e capire, se presenti, la consistenza e la quantità delle feci ancora non espulse.

Ausculto il cuore, palpo il polso femorale ed eseguo l’auscultazione dei campi polmonari per valutare i rumori respiratori. In questa fase è di fondamentale importanza che vi sia il più assoluto silenzio nella stanza!

Il muso viene valutato per ultimo perché di solito è una delle parti che l’animale ama meno far toccare agli sconosciuti.

Controllo gli occhi e le mucose, i denti, le orecchie e come ultimo misuro la temperatura rettale ed il peso dell’animale.

Terminata la visita, a meno che non sia necessario eseguire terapie immediate, lascio da subito la possibilità al paziente di allontanarsi (se in ambiente domestico), di ritirarsi nel trasportino (gatti in ambulatorio) o lo faccio mettere a terra (cani in ambulatorio), in modo da permettere all’animale di capire che “la sua parte è finita”. Così facendo i pazienti comprendono rapidamente di non essere sotto esame e si rilassano.

D’altra parte, i pazienti non dovranno essere lasciati liberi di andarsene, di scendere o essere messi giù dal tavolo fino al completamento delle operazioni, in modo da non creare fraintendimenti!

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